Quell’Amore era anche per me.

Ho conosciuto la realtà di Gioventù Missionaria in occasione delle missioni in Bosnia l’anno scorso, e, nonostante sia passato poco tempo, mi sembra di far parte di questa famiglia da sempre.

Sono partita per la missione scoraggiata, perché avrei voluto trascorrere quei giorni con la mia famiglia, dato il periodo doloroso che stavamo vivendo. Avevo paura che questo peso non mi avrebbe permesso di vivere appieno questa esperienza. E invece è stato proprio là che ho trovato la forza per affrontare la situazione che stavo vivendo.

Ho avuto l’opportunità di incontrare persone che mi hanno guardata per quella che ero, che mi hanno fatta sentire amata e fortunata nonostante il mio dolore, e che mi hanno dimostrato quanto il desiderio di essere felici dipenda totalmente da noi. Sono stata in casa di famiglie che non avevano nulla, non un letto dove poter dormire, non una coperta con cui potersi riscaldare. Eppure ancora oggi ho impresso il loro sorriso e i loro sguardi grati soltanto per averci visti e per aver avuto la possibilità di farsi abbracciare.

Una volta tornata a casa la mia famiglia e i miei amici hanno notato il cambiamento che era avvenuto nel mio cuore, ma io avevo paura che avrei perso tutto quest’entusiasmo con il ritorno alla quotidianità, come se quello che avevo vissuto fosse stato soltanto una parentesi nella vita frenetica di tutti i giorni. Finché non mi sono davvero convinta che questo dipendeva da me e da come avrei deciso di comportarmi nelle circostanze future. Ho capito che l’unico modo per tenere vivo questo fuoco era continuare a fare un cammino di fede insieme alle persone che avevano condiviso con me questa esperienza e con le quali potevo essere, anche a Firenze, la Chiara che si era riscoperta in Bosnia.

Attraverso di loro ho avuto la conferma che quell’Amore di Dio, di cui avevo sentito parlare, ma di cui forse non avevo ancora fatto esperienza così a fondo nel mio cuore, fosse anche per me e che anche io potessi godere di questa Bellezza che nella missione ho scoperto e che non smette di attirarmi a Se.

Siamo noi a dover decidere sulla base dei Doni che ci sono stati fatti come spendere le nostre energie per essere felici.

(Chiara, Firenze, 2021)

Buon anno!

Siamo giunti alla fine di questo anno.
Un anno strano, un anno particolare. Un 2020 che ci ha messo davvero a dura prova.
Ma che ci ha dato la più grande opportunità: riscoprire DIO nelle nostre vite.
L’unica certezza sulla quale possiamo davvero basare noi stessi e i nostri piani.
L’unico al quale sappiamo di poter affidare le nostre incertezze, con la consapevolezza che ci porterà dove è meglio per noi.

Allora quest’anno vogliamo ringraziarlo di tutta la forza e la protezione che ci ha dato. Aiutandoci a trovare la forza per essere MISSIONARI SEMPRE.
Ogni giorno, in ogni situazione, con ogni persona.

E un grazie speciale va a voi missionari, che gli avete aperto il vostro cuore e vi siete resi, ancora una volta, Suoi strumenti per portare il Suo amore, in modo nuovo.

Grazie!

Buon anno a tutti!!

La nostra anima di apostoli.

Ri-Conoscersi come apostoli!

Padri, Consacrate, Consacrati, laici. Adulti, Giovani, Ecyd, Net. Milano, Palermo, Padova, Catania, Bolzano, Roma… tutta Italia riunita nella località di Firenze, per l’incontro territoriali 2019. Tutti riuniti nella grande famiglia RC Italia.

Questo weekend ci ha dato l’opportunità di riscoprire la nostra anima di apostoli, la nostra amicizia, la nostra unione, il nostro obiettivo: portare più persone possibili intorno a Cristo! Ci ha permesso di condividere idee, testimonianze, emozioni e preghiere.

GRAZIE!

(Incontro Territoriale 2019)

Insieme verso la cima più alta.

Cosa vuol dire essere una SQUADRA?
La necessità di scavare a fondo questa parola ci ha spinti a scalare insieme il Monte del Circeo.
Un’avventura difficile per tutti, chi più e chi meno. Un’avventura che ci ha fatto riscoprire la bellezza di ciò che siamo e che forse tante volte abbiamo dato per scontato. Un’avventura che ci ha fatto capire che da soli possiamo fare tanto, ma insieme ancora di più!

Essere una squadra vuol dire viaggiare insieme. Sapersi sacrificare se serve. Rallentare o fermarsi per aspettare chi non ce la fa. Supportare l’altro e dargli forza per far sì che anche lui arrivi in alto.

La cosa importante non è stato averci impiegato poco o averci impiegato molto, ma non aver mollato ed essere arrivati tutti insieme, nello stesso momento, ad ammirare lo spettacolare panorama che si vede dalla cima più alta.

Ciò che fa di un gruppo una squadra non è quindi raggiungere l’obiettivo ma COME si raggiunge l’obiettivo!
(Staff GM Roma)

Perchè le missioni con Gioventù Missionaria

Ce lo chiedono in tanti: “ma perché venire con voi in Missione?”, “ci sono tante associazioni che fanno missioni umanitarie, perché voi siete diversi?”

Ebbene in questo articolo cercheremo di spiegarvi quello che facciamo e perché siamo diversi dagli altri, attenzione, non migliori o peggiori, semplicemente diversi.
Le nostre missioni si svolgono principalmente in Italia, quindi nella nostra terra: sia durante la Settimana Santa sia nelle Notti Missionarie i sabati sera nelle diverse località. Durante i mesi estivi organizziamo le missioni all’estero, principalmente Messico ma non solo.

Per spiegarvi le nostre missioni mi piace usare la metafora di una torta divisa a fette:

Nella prima fetta abbiamo la Missione Umanitaria: quindi tutto ciò che concerne nell’aiuto materiale, dal cibo ai vestiti, dalla costruzione di una casa alla consegna di materiali e giocattoli per i bambini.

Nella seconda fetta abbiamo la Missione Medica: Visite gratuite anche a domicilio da parte del nostro equipe di medici e consegna di medicinali gratuiti a tutti gli ammalati.

Nella terza fetta abbiamo la Missione di Evangelizzazione: visita alle case che si svolge la mattina solitamente a dialogare con le persone e invitarle alle funzioni parrocchiali, e il pomeriggio il gioco e le catechesi per i più piccoli.

L’ultima fetta è la marcia in più che fa muovere la missione: la Missione Spirituale, è quella missione che ognuno vive singolarmente o in gruppo che lo aiuta a crescere nella conoscenza e all’incontro con un Dio che si fa povero tra i poveri, grazie all’aiuto di sacerdoti e consacrate che ci accompagnano.

A differenza delle altre fette questa viene vissuta nel cuore di ognuno di noi sta a noi aprire il cuore per far sì che questa fetta riesca a completare la torta.
Questa è una piccola spiegazione della struttura della nostra missione che non comprende solo una parte umanitaria ma tocca i diversi aspetti della vita quotidiana. Per questo siamo diversi e non migliori.