“«La libertà (…) non consiste nell’avere un buon padrone, ma nel non averne affatto.»
Marco Tullio Cicerone, De republica, Libro II, Paragrafo 23
Per descrivere l’esperienza in carcere a Bollate di questa mattina, mi sembra giusto partire prima da questa definizione.
La libertà.
Quante volte ci soffermiamo a pensare al vero valore di questa parola? Io, sinceramente, non lo faccio mai.
Oggi, però, partecipando alla Messa insieme ad alcune detenute ho riflettuto su questa condizione che ciascuno di noi ha o, per lo meno, dovrebbe avere: la libertà, di scegliere, di pensare, di esprimersi come meglio crede o pensa.
Osservavo queste donne pregare con me e facevo fatica a capacitarmi di come ciascuna di esse, figlie, mamme o anche nonne avesse potuto fare o farsi del male. Erano lì che pregavano il Signore come facevo io.
Nel momento in cui siamo usciti da quel confine, da quel muro che separa la nostra realtà dalla loro, ho capito il vero privilegio della libertà. Ho capito quanto ogni minima azione della nostra giornata sia un dono che non tutti possono avere. Abbiamo la possibilità di VIVERE a pieno la nostra vita, cosa stiamo aspettando?”
(Cristina, Carcere di Bollate, Milano, 2020)